Il Parlamento UE adotta in via definitiva la direttiva sugli edifici “green” – EURACTIV Italia
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Il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva le nuove regole per ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas a effetto serra del settore edilizio. Il voto di martedì ha rappresentato l’ultimo atto di un percorso lungo e tortuoso che ha visto la proposta della Commissione europea del 2021 radicalmente modificata. Per diventare legge, la direttiva dovrà ora essere approvata formalmente anche dal Consiglio dei ministri dell’UE.
La direttiva è stata approvata dal Parlamento europeo con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni. Il dato scorporato del voto mostra come la cosiddetta direttiva “case green” rappresenti un tema divisivo non solo tra i vari schieramenti, ma anche al loro interno soprattutto nello schieramento di centrodestra. Sono stati ben 55 gli eurodeputati del Partito popolare europeo (PPE) a votare contro il testo della direttiva su 72 favorevoli, mentre per il gruppo liberale Renew Europe i voti contrari sono stati 19 su 67 a favore. Compatta invece l’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (S&D), con un solo eurodeputato che ha votato contro il testo della direttiva, i Verdi. Gli eurodeputati dei Conservatori e riformisti (ECR) e di Identità e Democrazia (ID) hanno votato in massa contro il testo della direttiva, compresi quelli della Lega che inizialmente avevano sostenuto che si sarebbero astenuti.
Lo scopo della revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, come si legge in una nota dell’Eurocamera, è quello di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e pervenire alla neutralità climatica entro il 2050.
Tra gli obiettivi figurano anche la ristrutturazione di un maggior numero di edifici con le prestazioni peggiori e una migliore diffusione delle informazioni sul rendimento energetico. Secondo la nuova normativa tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Inoltre, i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028.
La controversa legge dell’UE sugli edifici verdi sarà votata dal Parlamento europeo martedì (12 marzo), ma la sua adozione è lungi dall’essere garantita, data l’opposizione degli europarlamentari di centrodestra.
Gli oltre 100 milioni di edifici europei consumano un terzo dell’energia del …
Per gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.
In base alla nuova direttiva, gli Stati membri dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.
Se tecnicamente ed economicamente fattibile, i Paesi membri dovranno garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
Inoltre, gli Stati membri dovranno spiegare come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento eliminando, gradualmente, i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento entro il 2040.
A partire dal 2025, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
La nuova normativa non si applica agli edifici agricoli e agli edifici storici, e i Paesi membri possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.
“La direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia mostra chiaramente come la politica climatica possa avere benefici reali e immediati per le fasce di popolazione più vulnerabili della nostra società”, ha dichiarato il relatore per il Parlamento europeo Ciarán Cuffe (Verdi/ALE, IE).
“Questa legge contribuirà a ridurre le bollette energetiche e ad affrontare le cause profonde della povertà energetica, offrendo nel contempo migliaia di posti di lavoro locali di alta qualità in tutta l’economia europea”, ha aggiunto l’eurodeputato verde.
“Nonostante la direttiva sia il pezzo finale del più grande puzzle che è il ‘Fit for 55’, ciò non ne diminuisce l’importanza. Contrastando il 36% delle emissioni di CO2 dell’Europa, aggiunge un pilastro assolutamente essenziale al Green Deal europeo. Il risultato di oggi dimostra che il Parlamento continua a sostenere un Green Deal che garantisca, nella stessa misura, equità e ambizione”, ha concluso.
Durante la maratona negoziale di venerdì 13 ottobre, i legislatori hanno fatto passi avanti nella revisione della direttiva europea sull’edilizia, ma i progressi sono avvenuti a scapito del meccanismo centrale della proposta, che prevede l’introduzione di parametri di riferimento …
Una direttiva annacquata
Come sottolineato da Nikolaus J. Kurmayer di Euractiv.com, la direttiva è giunta al voto finale pesantemente annacquata. Infatti, ciò che era iniziato come un piano rigoroso per rinnovare sistematicamente gli edifici con le peggiori prestazioni del blocco, si è trasformato in una vaga serie di obiettivi, dando ai Paesi dell’UE un ampio margine di manovra per raggiungere la riduzione del 20%-22% del consumo energetico degli edifici residenziali entro il 2035, con il 55% dei guadagni in termini di efficienza che dovranno provenire dal 43% degli edifici con le peggiori prestazioni.
Gli edifici non residenziali restano invece su un percorso più rigoroso. Entro il 2030, il 16% degli edifici con le peggiori prestazioni come uffici e scuole dovrà essere ristrutturato, entro il 2033 il 26% più povero.
Altre disposizioni includono il divieto di sovvenzioni per gli apparecchi di riscaldamento alimentati a carbonio a partire dal 2025 e un accordo non vincolante per eliminare gradualmente l’uso del carbone per il riscaldamento entro il 2040. La legge renderà obbligatori i pannelli solari sui tetti delle case – di nuova costruzione o ristrutturate, purché economici.
La Direttiva sul rendimento energetico degli edifici ha il potenziale per fare la differenza nel processo di decarbonizzazione del patrimonio edilizio, a patto che vengano mantenuti standard elevati di emissioni zero e bassi consumi energetici, scrive Oliver Rapf.
Oliver Rapf è …
Le nuove misure entreranno in vigore dalla fine del 2026, obbligando i Paesi dell’UE a presentare una serie di misure con le quali mirano a raggiungere questi obiettivi per il settore residenziale e non residenziale.
Invece di un approccio coerente a livello europeo, la legge recentemente adottata attribuisce agli Stati membri la responsabilità di attuare efficacemente le politiche.
“I Paesi dell’UE devono ora mantenere lo slancio”, ha affermato Laetita Aumont a nome dell’Ufficio europeo dell’ambiente, una ONG verde.
Le associazioni industriali interessate all’efficienza – e i produttori di materiali per la ristrutturazione – hanno accolto favorevolmente l’adozione della legge.
“L’EPBD è un chiaro segnale ai politici e al mercato – almeno per gli immobili ad uso pubblico e commerciale. Entrambi devono ora assumere un vero ruolo di leadership”, ha affermato Christian Noll, CEO dell’iniziativa di efficienza DENEFF.
Secondo la Commissione europea, gli edifici dell’Unione europea sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Il 15 dicembre 2021 la Commissione ha presentato una proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, che fa parte del pacchetto “Fit for 55”. Secondo la normativa europea sul clima del luglio 2021 gli obiettivi ambientali per il 2030 e il 2050 sono diventati vincolanti per tutti i Paesi UE.
March 12, 2024 at 04:36PM