Zootecnia di montagna, si punta a stalle sostenibili e tecnologiche – Corriere del Trentino

Zootecnia di montagna, si punta a stalle sostenibili e tecnologiche – Corriere del Trentino

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diChiara Biasioli

Convegno alla Fem, il professor Cozzi: «Lavorare al benessere degli animali»

Non l’aumento della produttività, ma una maggiore attenzione all’efficienza e alla sostenibilità economica, sociale e ambientale del settore. Sarebbe questa la migliore strategia per il futuro della zootecnia di montagna, delineata durante il convegno “Zootecnia di montagna e sostenibilità dei sistemi produttivi trentini” tenutosi alla Fondazione Edmund Mach.

I nuovi macchinari

Ciò significa «sfruttare al meglio le risorse — spiega Giulio Cozzi dell’Università di Padova — per esempio lavorando alla longevità e benessere delle vacche, che oggi producono in media tra le due e le tre lattazioni mentre il loro potenziale si esprime tra la terza e la quinta». In secondo luogo, un migliore dimensionamento del sistema zootecnico sulle disponibilità foraggere locali e una maggiore cura nella qualità dei pascoli «porterebbe a una situazione di equilibrio, dove l’animale vive di ciò che il terreno produce e restituisce al campo con il materiale refluo», continua Cozzi. Così, sostenibilità ambientale ed economica andrebbero di pari passo, riducendo al contempo gli scarti, il costo di acquisto di mangimi aggiuntivi e le emissioni dovute al loro trasporto. Una stalla sostenibile, infine, è tecnologica. I nuovi macchinari aumentano l’efficienza e permettono agli operatori zootecnici di migliorare le proprie condizioni di lavoro.

Gli eco-schemi

L’attenzione al benessere degli animali e all’importanza del pascolo emerge anche nella politica agricola comune europea, che con gli eco-schemi stabilisce degli obbiettivi di sostenibilità ecologica per l’ottenimento dei finanziamenti. «Serve però ridefinire i parametri di assegnazione — afferma Herbert Dorfmann, eurodeputato del Südtiroler Volkspartei — perché l’Italia ha stabilito, per l’eco-schema più in linea con gli ambienti montani, un legame tra i finanziamenti dovuti alla diminuzione dell’uso di antibiotici e quelli per chi porta le vacche al pascolo». Due criteri slegati, che per Dorfmann non ha senso unire e problematici anche per le singole definizioni: «Il limite di antibiotici viene definito in base alla media, senza valutare dove e come vengono utilizzati, mentre il pascolo comprende anche gli ambienti di pianura adiacenti all’allevamento, andando contro l’obbiettivo di redistribuzione delle risorse tra pianura, da sempre avvantaggiata, e montagna».

Le strategie

Secondo Giulia Zanotelli, assessora provinciale all’agricoltura e al patrimonio zootecnico, servirebbe anche una maggiore libertà dei territori nella gestione dei fondi per far fronte ai diversi costi di produzione e per garantire maggiore supporto nel lungo periodo. «Servono strategie lungimiranti che si basino sui nostri obbiettivi — dice Zanotelli — per gestire le risorse a disposizione, sostenere i giovani che vogliono avviare un’attività e aiutare quelle già avviate ad affrontare le sfide attuali, come il passaggio dalla stabulazione fissa a quella libera». Strategie che verranno individuate anche attraverso un tavolo zootecnico in collaborazione con gli operatori del settore.

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12 marzo 2024

© RIPRODUZIONE RISERVATA

March 12, 2024 at 09:45AM

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