Consorzio Melinda, irrigazione a goccia sul 97% dei meleti, riduzione di carbonio e biomonitoraggio. “Così si riduce l … – il Dolomiti

Consorzio Melinda, irrigazione a goccia sul 97% dei meleti, riduzione di carbonio e biomonitoraggio. “Così si riduce l … – il Dolomiti

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TRENTO. Risparmio energetico, gestione delle risorse idriche e agricoltura rigenerativa: questi i temi contenuti nel primo Bilancio di sostenibilità pubblicato da Melinda, storico consorzio della Val di Non che riunisce 16 cooperative frutticole del territorio trentino, e presentato alla sede della Federazione trentina della cooperazione.

 

Un rapporto redatto in conformità agli standard indicati dal Global Reporting Initiative (GRI) e del tutto in linea con il percorso iniziato nell’ambito del progetto “Trentino Frutticolo Sostenibile” promosso da Apot, l’Associazione produttori ortofrutticoli trentini.

 

Questo primo bilancio rappresenta un’opportunità per fornire al pubblico una panoramica aggiornata sulle iniziative nell’ambito della sostenibilità, “una risorsa strategica e un valore irrinunciabile nello sviluppo d’impresa”, ha sottolineato Luca Zaglio, direttore generale di Melinda.

 

Da tempo infatti il Consorzio “si impegna in attività di promozione della propria responsabilità sociale e ambientale d’impresa oltre che nello sviluppo di soluzioni sempre più sostenibili per i prodotti e i processi agricoli”, ha ricordato Zoaglio, spiegando come a partire dal 2025, sarà necessario rendicontare annualmente i propri bilanci finanziari.

 

Uno sguardo al consumatore e uno al futuro, “alle nuove generazioni”, ha aggiunto, riconoscendo nei giovani il ruolo di protagonisti del cambiamento. Per questo motivo, Melinda ha affidato a un gruppo di giovani professionisti il compito di studiare e sviluppare nuove strategie nell’ambito della sostenibilità in alcuni comparti chiave del Consorzio.

 

Jessica Paternoster, responsabile Trade Marketing e parte del gruppo di lavoro, ha a questo proposito illustrato le due principali motivazioni che hanno portato alla redazione del Bilancio: in primis, “la volontà dell’azienda di dialogare con i consumatori esterni ma anche la volontà di creare una maggiore credibilità del marchio (brand equity)”.

 

A questo proposito, Melinda e Apot hanno pensato a una serie di progettualità – tra cui numerosi percorsi di formazione e iniziative in campo ambientale come la riduzione dell’impiego di agrofarmaci nei campi – volte a rafforzare questi due obiettivi.

 

Maggiore attenzione dunque alla riduzione delle emissioni di CO2, alla compattazione del suolo e alla dispersione dei prodotti nell’ambiente in modo tale da “far crescere ulteriormente la qualità delle produzioni e, con esse, la sicurezza per soci e consumatori”.

 

Il 26% della popolazione residente in Trentino è impiegata nel settore frutticolo”, ha detto Roberto Della Casa, studioso d’avanguardia delle filiere dei prodotti agroalimentari, ricordando come quella di Melinda sia “un’attività premiante nel contesto territoriale”.

 

Per questo motivo, viene data grande importanza alla qualità della biodiversità dei terreni sui quali vengono coltivati i frutteti e alle pratiche di agricoltura rigenerativa. Tra il 2024 e il 2028, Melinda punta infatti “al ripristino della fertilità e dei servizi ecosistemici favorendo la capacità di sequestro di carbonio da parte del terreno e la mitigazione delle emissioni”.

 

30 le aziende coinvolte nel progetto: delle “model farms”, vale a dire delle “aziende rappresentative di tutto il territorio, monitorate nel corso di questi 4 anni” – spiega Paternoster –, con l’obiettivo di definire le buone pratiche di rigenerazione e tutela dei terreni, in modo da mitigare l’impatto ambientale.

 

Significativi anche gli interventi realizzati nella gestione delle risorse idriche: l’impiego dell’irrigazione a goccia sul 97% dei meleti (oltre che l’uso di un sistema di riciclo negli impianti di selezione) genera infatti notevoli risparmi. “L’acqua è molto importante: bisogna farne un uso virtuoso”, ha ricordato Ernesto Seppi, presidente del Consorzio Melinda

 

Molto importanti anche i risultati raggiunti in campo energetico: una fornitura interamente rinnovabile grazie all’energia idroelettrica e fotovoltaica (prodotta dai pannelli installati sui tetti degli impianti di conservazione e lavorazione) che, secondo il nuovo piano di sviluppo, dovrebbe portare al raddoppio della produzione.

 

Apot – nell’ambito di un accordo con la Provincia – collabora inoltre a un progetto di economia circolare che coinvolge la cooperativa di allevatori Alta Anaunia Bioenergy che, nel comune di Romeno, ha realizzato un biogestore allo scopo di gestire gli effluenti zootecnici provenienti dagli allevamenti trasformandoli in concime organico per i frutticoltori della Val di Non.

 

In questo modo, viene ridotto l’uso delle sostanze attive a favore “degli agrofarmaci”, ha aggiunto Seppi.  

 

Una riduzione dell’impiego dei trattamenti possibile anche grazie all’introduzione delle varietà di mele resistenti (hanno delle caratteristiche genetiche che le proteggono dalla ticchiolatura).

 

Più attenzione alla salute dell’ambiente dunque (biomonitoraggio) ma anche del capitale umano, attraverso attività di formazione e sostenibilità sociale. “L’obiettivo per il 2025, oltre ad accrescere le competenze dei dipendenti e promuovere valori etici e sostenibili, sarà lavorare su una vera e propria Melinda Academy”, ha spiegato Paternoster, citando le collaborazioni con Muse, Mart e Aquila Basket.

 

Il 25 marzo al Muse, l’incontro con i consumatori nell’ambito dell’evento “Melinda Next Generation – Ricette di sostenibilità ambientale, economica e sociale” organizzato dal Consorzio e Apot.

 

Un’occasione di confronto sui temi affrontati nel Bilancio, pensato per avvicinare il sistema ortofrutticolo trentino e il suo territorio “in un quadro di condivisione e crescita collettiva”. Tra i relatori, Vincenzo Venuto, divulgatore scientifico e conduttore del programma televisivo “Melaverde” e lo chef Simone Rugiati.

March 13, 2024 at 03:14AM

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