Sostenibilità del sistema. Ragionare su priorità e bisogni – AboutPharma

Sostenibilità del sistema. Ragionare su priorità e bisogni – AboutPharma

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L’Italia ha di fronte a sé un futuro in cui la popolazione sarà sempre più vecchia e bisognosa di cure. Nel 2070, secondo le previsioni dell’Istat, conteremo 47 milioni di abitanti, così come nel secondo dopoguerra. Stavolta però la struttura per età sarà completamente ribaltata: il numero degli over 70 supererà la fascia matura più attiva, quella tra i 50 e i 70 anni. Al contempo, le terapie avanzate emergono in maniera repentina e si stima che entro il 2030, oltre 500mila pazienti nel mondo le riceveranno generando un notevole impatto sulla spesa sanitaria. In questo scenario, trovare gli strumenti per consentire a tutti i cittadini un equo accesso alle cure, mentre si cerca di mantenere i bilanci in equilibrio, non è facile e sono gli elementi sui quali si concentra il secondo appuntamento della serie di podcast “In buone mani”, realizzato in collaborazione con Becton Dickinson, dal titolo “Gli strumenti per una sanità sostenibile”.

Identificazione dei bisogni

A dare una mano per riformare il sistema sanitario c’è la novità importante data dal Pnrr che alla sanità dedica la missione 6 e in particolare 15,63 miliardi di euro, pari all’8,16% dell’importo totale del Piano. Nonostante questa pioggia di risorse, bisogna organizzarsi per rendere sostenibile il sistema. “Serve – afferma Matteo Danielli, responsabile affari istituzionali di Becton Dickinson, durante la puntata – un’evoluzione chiara dei modelli organizzativi, partendo dal presupposto di conoscere bene la domanda e l’offerta. Occorre in primo luogo una identificazione puntuale dei bisogni che consenta di programmare l’uso delle risorse mentre oggi si valuta molto di più i termini di prestazioni. Come secondo punto, serve una prioritizzazione, fondata su dati ed evidenze, a cui debba seguire un aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. A seguire, serve una allocazione delle risorse dinamica che permetta di governare il sistema in un’ottica di efficacia, garantendo un adeguato accesso alle cure. Infine, è necessario il monitoraggio delle scelte, attraverso la misurazione degli esiti di salute”. Ma per attuare questo cambio di paradigma, “è essenziale – precisa – coinvolgere tutti gli attori del sistema”.

Sicurezza allargata

La sanità e le prestazioni sono basate sulle tecnologie ma sono incentrate sull’attività di una figura professionale: “Valorizzare l’operatore sanitario – sottolinea Danielli – significa dare soddisfazione dal punto di vista economico e assicurare un ambiente di lavoro che esponga a rischi evitabili. In questo modo si mettono al centro del cambiamento i professionisti, mettendo a disposizione formazione, nuove competenze e strumenti tecnologici opportuni”. Su questo concetto allargato di sicurezza degli operatori, “come azienda – aggiunge – ci stiamo focalizzando per fare la differenza”. “Per favorire tutto questo, è necessario implementare le best practice che dovrebbero essere alla base dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta). A trarne beneficio saranno tanto i pazienti, quanto gli operatori, ma anche il sistema stesso, la cui sostenibilità finanziaria è spesso messa a repentaglio dagli innumerevoli indennizzi conseguenti quelle che possono essere definite mal practice”. A rivestire un ruolo fondamentale è l’Health technology assessment “perché – continua Danielli – per governare contesti estremamente sfidanti servono strumenti mirati per allocare in maniera utile le risorse”.

Rivoluzione attesa

Il Pnrr può essere l’abilitatore di una rivoluzione strutturale del Servizio sanitario nazionale (Ssn) attesa da tempo, ma non può rimanere uno strumento isolato. “Il Piano prevede dei passaggi importanti di ammodernamento dell’Ssn in un’ottica che va verso il cittadino e l’efficientamento del sistema”, spiega nel suo intervento, Francesco Saverio Mennini, capo dipartimento della Programmazione dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale del ministero della Salute. Da una parte, il Pnrr intende migliorare l’assistenza territoriale e domiciliare e riuscire a prendere in carico il cittadino e, dall’altra, ha l’obiettivo di perfezionare e rendere omogeneo il sistema di digitalizzazione “che permetta – aggiunge Mennini – il trasferimento delle informazioni in maniera tale da garantire una programmazione sanitaria corretta sia a livello di singola regione sia a livello centrale”. Abbiamo però bisogno di strumenti per attuare il Pnrr: “Dal 2006-07 non abbiamo un Piano sanitario nazionale e recentemente il ministero della Salute ha dichiarato di volerlo implementare perché il Piano ci permetterebbe di programmare gli interventi e individuare le priorità”.

Ragionare sulle priorità

L’approccio migliore per non perdere l’orientamento è effettuare una programmazione sanitaria e avere accesso ai dati in tempo reale. “Questo – suggerisce Mennini – potrebbe permettere di individuare le priorità e stabilire là dove dovranno essere destinate le risorse generali e aggiuntive che di anno in anno vengono immesse nel Fondo sanitario nazionale”. Già quest’anno, “Le risorse aggiuntive non verranno distribuite a pioggia – rileva – ma destinate per obiettivi specifici. Si è fatta un’analisi delle priorità e fra queste sono state individuate la remunerazione del personale sanitario e la riduzione delle liste d’attesa. Con il Covid-19 – conclude – si è capito quanto sia importante prioritizzare gli interventi e usare le risorse aggiuntive che ci permetteranno di raggiungere gli obiettivi”.

April 4, 2024 at 12:50PM

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