Oggi la sostenibilità è una sfida concreta per molte imprese, soprattutto per chi vuole integrarla davvero nella propria strategia.
Ne abbiamo parlato con l’ing. Nicola Cont, che dopo anni nella ricerca applicata, accompagna oggi le aziende in percorsi di trasformazione sostenibile. In questa intervista condivide la sua visione su temi chiave come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), la doppia materialità e le strategie ESG pensate su misura per le Piccole e Medie Imprese (PMI).
Team Wyconi: Ingegnere come è passato da un ruolo tecnico all’attuale ruolo di consulente per la sostenibilità?
Nel 2022, sono uscito da WL Gore con il desiderio di rinnovamento. Avevo più di 20 anni di lavoro dipendente nel quale avevo raggiunto i traguardi che mi ero preposto: avere un lavoro che mi permettesse di visitare altre culture, giudare un gruppo di ricerca.
Dopo un periodo di pausa in cui mi sono focalizzato nell’approfondire la conoscenza di aspetti della sostenibilità a me meno noti come marketing, social entrepreneurship, investimenti sostenibili, mi sono chiesto in che forma volessi portare il mio contributo. Mi sono reso conto che desideravo un modello che permettesse maggiore libertà decisionale, in cui potermi concentrare solo sugli aspetti a me importanti.
Ho pensato talvolta al motivo per cui la sostenibilità mi interessa, e la risposta che mi sono dato personalmente è che, sia nello sviluppo di prodotti così come nella sostenibilità, vi è un comune elemento di ricerca di soluzioni. In un caso un prodotto che soddisfi delle specifiche, nell’altro una strategia per migliorare la sostenibilità della ditta in modo economicamente vantaggioso.
Team Wyconi: Cosa l’ha spinto ad avvicinarsi al mondo della sostenibilità?
Ho avuto la possibilità di sviluppare più di un materiale con caratteristiche che definiremmo di migliorata sostenibilità ambientale.
Sebbene consideri tutti questi progetti validi nel raggiungimento dei loro scopi, verso il 2015 mi resi conto che questi non “muovevano la bilancia”. Ognuno di loro migliorava il precedente stato, ma non rispondeva alla domanda: “È questo il miglior modo di risolvere completamente un problema?”. Faccio un esempio: se realizzo un materiale che utilizzando fibra di vetro, possiede una rigidità migliore del precedente ma è più difficile da riciclare, sto facendo progressi nell’uso di risorse?
Sostenibilità per me significa rispondere alla domanda: “come posso contribuire alla risoluzione di un problema in modo definitivo, invece di ridurne solamente gli effetti negativi?”
Team Wyconi: Qual è la sua missione personale nel lavoro che fa?
Aiutare le aziende a capire come la sostenibilità può aiutarle a essere vincenti nel mercato. Il mio primo obiettivo in una collaborazione è sempre capire quanto la sostenibilità sia in sintonia con la strategia aziendale. Questo aspetto è fondamentale per ottenere l’integrazione della sostenibilità nella cultura aziendale e in tutti gli stadi della filiera di produzione.

Team Wyconi: In merito CSRD, da dove dovrebbe iniziare un’azienda?
La CSRD è un processo che coinvolge in modo diretto la maggior parte dei dipartimenti di un’azienda, per un tempo prolungato. Per questo, un aspetto fondamentale, è assicurare al team preposto alla guida del “progetto CSRD” il supporto del management per la durata del progetto.
Dal punto di vista progettuale, la prima priorità è definire la filiera del valore e, a seguire gli stakeholders dell’azienda.
Nel definire gli stakeholders molte aziende hanno difficoltà in quanto, secondo la CSRD, gli stakeholder sono sia il “classico” dipendente, il cliente, l’investitore, il fornitore, ma soprattutto colui che subisce l’effetto delle attività della ditta. Questo concetto è talvolta difficile da interpretare in quanto “astruso”. La ditta deve riuscire a individuare gruppi con i quali non ha relazioni attive ma che tuttavia subiscono gli effetti delle sue attività. Da qui il concetto di stakeholder silente, come ad esempio l’ambiente.
Team Wyconi: Quali sono gli errori più comuni che le aziende commettono quando si approcciano alla CSRD?
Purtroppo, ritengo che la CSRD sia stata “pubblicizzata male” dagli addetti ai lavori (grosse firme di consulenza, gruppi di interessi, associazioni di settore). Moltissima risonanza è stata data ai dati da dichiarare (“più di 1000 dati, quasi 100 Disclosure…”), creando quasi uno stato di ansia.
Questo tipo di introduzione, ha creato in molte aziende la necessita di ridurre al massimo il volume del futuro rendiconto, a scapito della reale domanda che ognuna dovrebbe porsi: “Come voglio utilizzare il processo di certificazione e il rendiconto per indirizzare la strategia aziendale? “
Le aziende dovrebbero invece iniziare il loro percorso ponendosi le seguenti domande: “Quali attività dobbiamo perseguire per raggiungere gli obiettivi aziendali? Quali invece possono essere evitate poiché la CSRD ci fornirà le informazioni necessarie?”. Esempi di attività posso essere: workshops, strategy meetings addizionali, certificazioni, ecc…
Team Wyconi: Perché la doppia materialità è così centrale nel reporting sostenibile?
La doppia materialità se eseguita correttamente, permette all’organizzazione di ottenere un quadro completo di come le attività aziendali agiscano su ambiente e persone ma anche quali sono le forze esterne che possono influenzare positivamente e negativamente il successo aziendale.
Non va dimenticato che la sostenibilità non si limita a definire un impatto ambientale e sociale, ma include come obiettivo anche il successo economico dell’impresa.
La doppia materialità forza l’impresa ad identificare e valutare quali rischi possano influire sul suo successo economico. Il risultato finale è una strategia di sviluppo sostenibile sia dal punto ambientale/sociale, che economico.
Team Wyconi: Come si costruisce una strategia ESG su misura per una piccola o media impresa?
La chiave è instaurare una collaborazione non solo fra dipartimenti ma fra le persone. Ognuno deve capire che può contribuire. Una strategia ESG è un processo di trasformazione, che include componenti tecnologiche (riduzione di energia, ottimizzazione della logistica, riduzione dei rifiuti), ma anche molte componenti sociali come la cultura, le collaborazioni con i partner esterni e infine la governance. Il management deve essere convinto per primo, ma per avere un successo duraturo, deve creare miglioramenti visibili a diversi livelli. Per questo è importante analizzare la situazione di partenza ed essere realistici negli obiettivi. Se una azienda, dopo decenni di attività in migliorie di processi, decide di sviluppare una strategia di sostenibilità pretendendo di modificare i processi di ideazione partendo dai 17 SDG, sarebbe probabilmente un azzardo.
Team Wyconi: Ha seguito delle PMI in fase di rendicontazione? Qual è la principale difficoltà operativa?
La più grande difficoltà per le PMI nella maggior parte dei casi, è che la persona preposta alla rendicontazione si è vista aggiungere questa mansione ai compiti che già svolgeva nell’azienda.
In questo caso la mia funzione è di:
– fornire supporto via comunicazioni, modelli e suggerimenti il più pragmatici possibili, in quanto le persone che devono fornire informazioni, sono solo limitatamente coinvolte nella rendicontazione;
– aiutare nella comunicazione del valore della rendicontazione o, meglio, del processo necessario alla rendicontazione. Molte volte infatti, il valore del progetto consiste nell’individuare opportunità di miglioramento dei processi, miglioramento della collaborazione all’interno dell’azienda, ecc.….
Team Wyconi: Come possono le PMI collaborare tra loro (o con grandi player) per progetti ESG comuni?
Le migliori opportunità per migliorare la sostenibilità si presentano nella volontà di collaborare lungo la filiera produttiva.
Un’azienda di medie dimensioni fa parte essa stessa di una filiera che contiene sia grandi che medie/piccole imprese. Il segreto per visualizzarne le opportunità è pensare alla filiera come a una serie di processi che possono essere ottimizzati singolarmente e, soprattutto, in cooperazione con gli altri partner, esistenti o nuovi.
Un esempio semplice: molte ditte possiedono un ristorante aziendale. Tale ristorante produce rifiuti, o scarti di materiale che non viene utilizzato. Tale materiale non deve diventare scarto, se si collabora con un’associazione di supporto ai senzatetto e a persone in difficoltà. La ditta così non produce rifiuto, e la collaborazione con l’associazione, contribuisce a risolvere un problema reale di sostentamento. Le risorse vengono utilizzate in pieno.
Lo stesso concetto si può applicare a molti dei nodi in cui risorse e rifiuti vengono generati. Chi potrebbe utilizzare tali rifiuti come una risorse? Chi potrebbe aiutare a ottimizzare questa parte di filiera in modo da utilizzare meno risorse, risolvere problemi sociali e contemporaneamente creare profitto?
Questi esempi mirano a ridurre effetti negativi come creazione di rifiuto o uso di energia. Ma la vera innovazione sostenibile nasce quando aziende collaborano tra di loro con l’intento di capire quali problemi potrebbero soddisfare, se decidessero di unire le diverse expertise.
Team Wyconi: Cosa serve per costruire partnership strategiche durature in ambito sostenibilità?
La volontà di mettere in discussione processi esistenti e di collaborare.
Team Wyconi: Come coinvolgere università, enti locali o startup in progetti ESG per PMI?
Un progetto che mi piacerebbe realizzare consiste in unire le realtà locali (PMI, università ed enti) in attività di co-creazione, partendo dai bisogni che si possono originare da enti locali o PMI, e identificando partnership fra industrie per la gestione di processi. L’università può agire come possibile fornitore di soluzioni sperimentali.
Team Wyconi: Ha ideato un approccio originale di reverse mentoring: come funziona e perché?
L’idea del reverse mentoring nacque dalla volontà di intensificare la crescita delle nuove generazioni e la coesione del gruppo a livello globale, attraverso l’interazione con manager o colleghi più esperti.
Nello specifico gli incontri di due partecipanti erano “amministrati” dal collega meno esperto. In alcuni casi si analizzavano temi quali la divisione del lavoro, la comunicazione all’interno del gruppo e dell’azienda, e gli effetti sulle nuove generazioni. Cosa potrebbe aiutare nuove generazioni e colleghi del sesso meno rappresentato a sentirsi più motivati a farsi avanti e ad essere ingaggiati nelle diverse situazioni?
In altri casi venivano trattate tematiche quali le diversità, le difficolta reali o percepite di colleghi con diverse esperienze lavorative, in differenti retroterra culturali o semplicemente locati in diverse parti del globo, per farli partecipare attivamente.
L’obbiettivo del reverse mentoring è di creare una maggiore sensibilità all’interno del gruppo riguardo le diverse capacità presenti, rinforzare rapporti interpersonali e di conseguenza favorire una più attiva collaborazione.
Team Wyconi: Come il reverse mentoring può accelerare l’adozione di pratiche ESG nelle PMI?
Il reverse mentoring può aiutare nell’adozione di pratiche ESG, in quanto nella comunicazione diretta, al contrario di incontri come team meeting, town hall o formali presentazioni, permette ai partecipanti di abbattere le gerarchie, discutere su concetti e valutare possibilità senza la necessità di piani completamente sviluppati, quali sono ad esempio le presentazioni a gruppi manageriali. Nello specifico ESG, il reverse mentoring può aiutare un nuovo assunto a fornire input diretti su perché e con quali strumenti l’azienda dovrebbe intraprendere specifiche pratiche.
Team Wyconi: Qual è il consiglio più concreto che darebbe oggi a una PMI che vuole partire sul serio con la sostenibilità?
Chiarire nel miglior modo possibile la motivazione di questa scelta: ovvero se c’è la necessità di fornire rendiconti alle autorità, prepararsi per eventuali richieste di partner commerciali, aumentare l’efficienza di processo e ridurre i costi, oppure sviluppare una nuova strategia che parta da reali bisogni da soddisfare, con conseguente sviluppo di nuovi prodotti e trasformazione della cultura aziendale.
Intraprendere un percorso di questo tipo necessita di una solida comunicazione sia interna che esterna all’azienda.